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    UN SALUTO ALLA
    BEFANA SUL LAMBRO.



dall’8 al 10 Dicembre 2023:

Carissimi/e vi aspettiamo dall'8 al 10 dicembre al nostro amato Capannone, con laboratori, riflessioni e una mostra dedicata ai tanti anni del laboratorio Befana Sul Lambro....che è sì terminata, ma non è terminata la voglia di stare insieme e di lavorare per la Pace, la Sostenibilità e la Poeticità dell'Infanzia della CCA e delle genti che l'hanno accompagnata.
Gli oggetti creativi in mostra contribuiranno ad una raccolta fondi volontaria il cui ricavato sarà utilizzato per le iniziative socio culturali della CCA.
Per informazioni scrivere in pvt o telefonare al 339 5984689

guarda il programma

UN SALUTO ALLA BEFANA SUL LAMBRO.

Quest’anno la Befana sul Fiume Lambro ad Agliate, il suo mito-festa si fermerà. Chiude un’esperienza sentita, il laboratorio sulla poeticità dell’infanzia, dopo 50 anni di cui 35 assieme all’amico fiume Lambro.
Per tanti anni il laboratorio ha voluto essere un collettivo, uno luogo di magicità e fantasia che tiene vivo il rito di passaggio, l’irrinunciabile gioco serio per aiutare l’infanzia nella sua conquista del sì e del no della vita.
Mancherà a molti il laboratorio. Il luogo dell’amicizia tra le generazioni, della condivisione, della solidarietà sociale e del coraggio. La possibilità concreta della ricerca sull’immaginario dell’infanzia. La forza di un’azione sociale e politica contro l’impoverimento individualistico e consumistico, contro la spettacolarizzazione commerciale che impediscono il rapporto di rispetto con la natura e che cancellano il tempo dell’attesa e del passaggio graduale e paziente che porta alla scoperta. Un’esperienza vissuta con stupore dai bambini che nel laboratorio, coi grandi e gli anziani, sul fiume hanno avuto modo di giocare con le luci e i fuochi, le voci, i canti e le costruzioni, le azioni, il mistero dell’acqua e del buio.
L’animazione felice che risveglia il desiderio, che solleva l’anima, è stato il gioco serio del laboratorio, che si orienta dove va il gruppo, che non ha strade già segnate, che ha coraggio e fiducia perché non si è soli. Stando insieme sono stati giorni di pace e la pace, la nostra bandiera, non è stata solo il vessillo della battaglia, ma vissuta l’uno con l’altro.
È un dolore per tanti di noi lasciare questo gioco serio, ma conforta sapere che nella nostra valle abbia vissuto un momento di felicità e che la valle abbia conosciuto le storie nostre e quello che le raccontava il fiume.
Un abbraccio a tutti quelli che hanno partecipato ai laboratori e che hanno chiamato la Befana la sera del 5 gennaio in questi anni.
Un grande ringraziamento agli enti, associazioni e gruppi per il loro sostegno.
Un grande saluto al nostro Lambro che ha permesso di raccontare altre storie.
La Befana sa e vede tutto e ha compreso che nella conquista del sì e del no della vita c’è anche la separazione. Però la Befana e l’acqua del Lambro scorrono sempre e verranno sempre per aiutare i bambini a sognare.

Commissione Cultura Alternativa
Comitato per il diritto al mito/festa del bambino



COMUNICATO DAL LABORATORIO BEFANA

Non abbiamo gettato la spugna! Interrompere l’iniziativa non è una sconfitta e siamo convinti che l’esperienza di 50 anni di Laboratorio Befana sul Lambro di cui 35 sul Fiume sia stata un’esperienza di tempo, ricerca, studio e lavoro arrivata a concludersi lasciando però aperto il discorso intrapreso: salvaguardare la poeticità dell’infanzia e il diritto al mito e ai riti di passaggio per bambini e bambine attraverso la costruzione di luoghi e spazi dedicati alla creatività e all’immaginario.

Speriamo che il rito abbia aiutato le genti a guardare ed amare profondamente il proprio Fiume, sensibilizzando ad una cultura ambientale sostenibile. Una cultura ambientale che si racconta attraverso le scenografie naturali del territorio e la costruzione di un “Immaginario ambientale”: riti condivisi e collettivi e rispetto per una natura vivifica e fragile. La CCA continua la sua ricerca e le sue azioni. Il nostro passaggio di testimone dovrà essere raccolto dalle genti che negli anni hanno partecipato alla Befana sul Lambro, in forme e modalità ancora ignote che siamo sicuri accadranno nel tempo. La Befana vive nei simboli, nei tempi lunghi e silenziosi.

Rimane forte una ricchezza di rapporti umani tra persone che vivono il territorio di prossimità e al contempo con genti arrivate da tutto il mondo ad Agliate, per partecipare al grande Laboratorio della Befana sul Lambro: Bangladesh, Messico, Cuba, Centro Africa e lo scorso anno dall’Olanda. Rimane la consapevolezza che è nel recupero della capacità di stare insieme e lavorare per fini alti e creativi che si possono affrontare le sfide del contemporaneo, del quale ci eravamo dimenticati ma che negli ultimi anni sono diventate urgenti indentificate dall’Europa in: sostenibilità, inclusione, bellezza e aggiungiamo noi Socialità.

Ringraziamo tutte le Persone (anche chi ci ha lasciato) che hanno creduto in questa proposta artistica e sociale, lavorando con fatica per donare al territorio un’esperienza artistica partecipata e impattante.

Ma il nostro lascito è ancora più concreto: una metodologia pedagogico-sociale, quella del Laboratorio, luogo materiale e immateriale di valorizzazione della Persona e del Territorio che vive. Le tecniche artistiche create da artisti, artigiani e volontari possono essere un patrimonio creativo in grado di avere l’idea di Pace tra i Popoli alla base del proprio design e come obiettivo finale del suo attivarsi. Il patrimonio c’è, ed è rimasto. La sfida sarà avere la sensibilità e il coraggio di valorizzarlo, ancora di più.

Per salutare la Befana vi invitiamo
DOMENICA 18 DICEMBRE AD AGLIATE presso la sala di Agliate Community
ORE 20.00 I BAMBINI VANNO A SALUTARE IL FIUME
ORE 21.00 RACCONTI, SALUTI, CANTI E CONVIVIALITÀ

Commissione Cultura Alternativa
Comitato per il diritto al mito/festa del bambino







Lettere dagli amici

La Befana abita nell’immaginario.
L'immaginario non è un luogo che non esiste, l’utopia idealizzata o la fuga insipida, né repertorio o un deposito di immagini fisse e standardizzate a disposizione, o, peggio, preconfezionato ad uso degli imbroglioni. L’immaginario è un movimento, un turbine creativo, l’azione della fantasia; è la capacità di inventare immagini di desiderio. È fatto della stoffa dei sogni, di sogni ad occhi aperti. Questi sono diversi dai sogni notturni, i sogni in cui l’io svanisce e il mondo si dissolve, in cui si sogna da soli. I sogni ad occhi aperti sono invece sogni intensi e reali e che si sognano insieme agli altri. Questa vita felice e di sogno, per i bambini: arretrando per lo spavento di un animale troppo, troppo, grande, esitando per il suono di un tonfo nell’acqua, inseguendo l’azzurro di una luce colorata sul fiume. Dai sogni ad occhi aperti, da questi sogni di felicità, è attraversata la vita di tutti gli uomini: sono i sogni di una vita migliore che si ribellano alla fatica e al dolore dell’esistenza.
L'immaginazione è negazione della realtà visibile, negazione di questo mondo e tensione verso un altro mondo. Allora, la capacità di nullificare dell’immaginazione, la sua capacità di produrre un’assenza dentro la presenza, la sua capacità di introdurre una breccia nella durezza e nella compattezza dell’essere è forse il sorgere stesso della coscienza e della libertà. Immaginando, l’uomo è sempre oltre il dato ed è sempre oltre se stesso. Grazie all’immaginazione, l’uomo si sottrae al presente immobile ed entra nel tempo, ha una storia e può cambiare.
Quest’anno, la sera del 5 gennaio, la Befana sul Fiume Lambro ad Agliate sarà assente, sarà altrove; perché non appartiene a un luogo, ma a tanti; tanti quanti sono coloro che sognano ad occhi aperti. Il desiderio, e con lui la sua immagine, ogni volta è solo mio; eppure, non è di me solo: uno stesso desiderio e la stessa speranza attraversa le generazioni. Qualcosa accade in questo passaggio al segreto: sul fiume, anche se non saremo là, accade senza che nessuno veda, come accadono le altre storie che il fiume aveva sentito raccontare prima della nostra: la festa di Pasqua, la prima festa di primavera, la bocca del Gorgone, il tuffo del Bartolomeo dal ponte di Agliate. Anche se non saremo là, tutta questa poesia e vita sarà stata presente. E resta là in attesa, carica di futuro. Resta dentro chi l’ha vista senza averla capita e in chi non l’avrà mai vista, perché tutta questa vita e poesia ci ha visti per prima, ed attende di essere raccontata, ancora meglio.
Vorrei ringraziare tutti voi, per il gioco serio che abbiamo giocato insieme, per questo sogno ad occhi aperti che abbiamo vissuto collettivamente.

Mario Vergani
18 dicembre 2022, Befana sul Fiume Lambro

Sono cresciuto lì con il mito festa proiezione dei contenuti della nostra cultura politica.
La festa i suoi contenuti legata alla tradizione all'uso riuso dei materiali poveri come elemento di un modo di concepire la vita.
La befana il laboratorio come azione collettiva ci ha seguito lontano dal Lambro in Umbria in Basilicata dando momenti di gioia in luoghi di dolore "personali" e di molta gente.
Con la befana ci ha sempre seguito Felice ovunque.
Si è seminato a volte con risultati sconfortanti o esaltanti allo stesso tempo.
La befana non si fa quest'anno ma c'è e rimarrà sempre nei ricordi nei racconti miei "compagni di me"
Ciao a tutti e grazie infinite....
Enrico ti voglio bene.
Alla prossima....

(Giuliano Santelli da Orvieto)

Il Capannone. Con la C maiuscola, perché di capannoni ce ne sono tanti - soprattutto in Brianza - ma quello è Il Capannone. Un freddo siderale e la nebbia tutto intorno, silenzio e nulla cosmico, colore grigiastro sfumato di blu e verde bosco nella stradina che lo circonda. Sembra quasi una visione onirica, ma è solo l’immagine che ne ho io: in realtà a volte, soprattutto di giorno, può sembrare solo UN capannone.

Sarà che io so cosa c’è dentro: e dentro è un sogno per davvero, ti ci immergi, non è più una visione.
Come prima cosa ad accoglierti c’è un cartello, cangiante: BEFANA, LAVORI IN CORSO.
Intorno si intravedono strutture di vario tipo, coperte da teli. Ancora qualche passo e si valica una porta: ed ecco che si diventa in qualche modo parte di quel sogno.
I personaggi sono tanti: il Mason in primis, sempre presente. Narima e tante altre persone, e poi i fogli di carta velina, le forbici, gli attrezzi, e cassetti pieni di cose tutte ben catalogate, che per creare ci vuole organizzazione: e allora pennarelli, colle, fili di ferro, legni. Poi la gatta, animale totem del laboratorio (che è morta l’anno scorso, l’ultimo della Befana...).
La stufa e il tè per scaldare la pancia e le mani, il silenzio del lavoro, gli ordini impartiti in modo sbrigativo. Questa è la Befana sul Lambro, per me.
Più della serata in sé – il 5, non il 6, perché la Befana arriva il 5 per poi andare di casa in casa la notte.
Quando ero bambina mi svegliavo ansiosa di aprire il sacco di iuta che conteneva nocciole, sassi, pastelli, carbone dolce, tutte cose portate da quella vecchietta che avevo visto la sera prima, mentre arrivava sulle acque del fiume dentro una barchetta piena di frutti, giocattoli, fiori, tutti creati nel laboratorio.
Quando sono cresciuta, questo sogno non mi ha abbandonata, al contrario l’ho riprodotto, per vedere poi lo stupore di altri bambini e bambine sulle rive del Lambro.
La Befana era quell’appuntamento immancabile, non per dovere di presenza, ma per appagamento personale nella collettività: un gruppo variegato e multiforme, familiare prima, di comunità poi, la comunità del Capannone e quella dei paesi, di tutte le persone sulle rive del fiume con in mano le lanterne di carta velina. La Befana era diventata identità: “Ma ci siamo visti al capannone?” C’entri qualcosa con la Befana sul Lambro?”, e ci si riconosceva in quella consapevolezza di aver partecipato a qualcosa di bellissimo, poco comprensibile a chi non ne aveva fatto parte.

È difficile rispondere alla domanda su cosa sia la Befana: descriverla la banalizza, perché non è affatto una sfilata di strutture e personaggi. E’ una messa in scena, certo, ma di un rito collettivo, di una festa che fa vivere il mito. La ripoeticizzazione dell’infanzia, questo uno dei concetti alla base di questo gioco serio.
Ri-poeticizzazione, perché occorre riprendersi ciò che ci sta venendo strappato via: lo stupore, la possibilità di immaginare, il senso dello stare insieme lottano per non essere mangiati da consumismo e lucro, individualismo, accelerazione dei tempi in nome della produttività. Gioco serio, perché è con serietà e rispetto che si lavora insieme, che si costruisce questo viaggio onirico fatto di impegno, volontà e immaginazione comuni. E perché alla base c’è un obiettivo ambizioso: riappropriarsi, in questo mondo fatto di velocità e atomizzazione, del mito, dell’attesa, della scoperta. I miti collettivi aiutano a comprendere la realtà, anche le sue parti più tristi, fornisce lenti per leggere concetti importanti per vivere e crescere, per ridefinirsi di fronte a paure, angosce, speranze, negazioni.
Forse anche per questo durante la pandemia mi è mancato molto il rito della Befana, ma lei è venuta in mio soccorso: non sarà un virus a fermarla, ovviamente (che sciocchezza pensarlo), quindi è necessario continuare a creare scaccia-spiriti maligni e lanterne per aiutarla a trovare la strada.
Dunque il rito si trasforma, perché il mito rimane: nemmeno quello di quest’anno è, dunque, un addio. Non ci sarà più la festa come la conosciamo, ma questo non significa che la Befana smetterà di volare. Sta a noi pensare se e come accompagnarla. Lei intanto ci ha mostrato ancora una volta un altro aspetto della realtà: “sa e vede tutto, e ha compreso che nella conquista del sì e del no della vita c’è anche la separazione".
Lei stessa, però, ci ha dato anche il potere di immaginare: e quello resta, potentissimo, attaccato ai sassi del Lambro, mitico fiume offeso ma che testardamente non si dà per vinto e continua a ospitare vita – tra cui quell’airone cenerino che ogni volta che torno mi viene a trovare.
Resta, questo potere, e si rinnova, ma solo se ci crediamo, se non lo abbandoniamo, se lo riproduciamo in ogni percorso che tracciamo. E chi ha vissuto davvero la Befana sul Lambro, non sarà mai capace di metterlo da parte.
Chi si/ci chiede perché non si sia riusciti a dare un seguito, a renderla una festa di paese istituzionalizzata, a monetizzarla, a farla sostenere dai bandi, vuol dire che in questo sogno forse non ci entrato: l'ha visto magari, ma non si è dato l'occasione di farne davvero parte, di lasciarsi stupire, di credere nelle emozioni che sentiva. Non si è lasciato andare alla ripoeticizzazione. La Befana non può avere altra forma che quella assunta finora: perchè la Befana è fortemente anticapitalista, come suggerisce in una formula tanto netta quanto chiara mia cugina. Viaggia su altri canali (i fiumi). Usa altri linguaggi (i simboli). Ha altri mezzi (la scopa).
E ha altri fini, molto più nobili della produzione, del guadagno, della velocità: quello di farci credere che sia tutto davvero possibile.

(Serena Chiodo)

I camini non voglion confini
NO alla domiciliazione degli spiriti portatori di doni

La Commissione cultura alternativa e il Comitato per il diritto al mito-festa dell'infanzia valorizzano la salvaguardia dei riti e degli spiriti ancestrali che fanno parte delle tradizioni dei popoli di tutto il mondo. Lo fanno attraverso l'animazione collettiva del territorio, la costruzione di reti, la ricerca e il confronto con esperti/e di antropologia, pedagogia ed educazione.

In particolare, da 35 anni studiano le varie declinazione degli spiriti di passaggio, figure ancestrali portatori di doni e simboli del passaggio dall'infanzia all'età adulta e del dualismo morte e rinascita. Tra questi spiriti, la Befana (a noi tanto cara), Santa Lucia, San Nicola, fino ad arrivare a Babbo Natale anche se per quest’ultimo è ormai difficile riconoscere il mito all’origine dell'attuale figura di stampo prettamente commerciale.

Nell'ultimo anno il gruppo di lavoro della CCA ha portato avanti un'istanza contro l'abitudine di identificare un paese o un luogo specifico come "Casa della Befana" o "Il paese di Babbo Natale" considerando questo alla stregua di atto predatorio e sconsiderato, peraltro totalmente estraneo all'approccio antropologico con cui questa materia è trattata e riconosciuta dalla comunità scientifica.

Dietro impulso della CCA e grazie soprattutto alla sensibilità del sen. Roberto Rampi, è stata recentemente depositata presso la Commissione istruzione del Senato un’interrogazione rivolta al Ministro della cultura
(cfr.: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=3/02997&ramo=S&leg=18),
intesa a conoscere quali iniziative si intendano porre in essere per sostenere e sviluppare l’inappropriabilità dei luoghi dell’immaginario.

Vogliamo dare ulteriore risalto all’iniziativa facendo giungere al Ministro una consistente raccolta di firme.

Aderisci anche Tu!

Invia un messaggio di posta elettronica all’indirizzo: rosesco@tin.it
Indicando nome e cognome e/o ente o associazione
seguito dal messaggio:
Aderisco alla campagna “NO alla domiciliazione degli spiriti portatori di doni”



Contributi:

Befana libera, ovvero libera circolazione e domiciliazione per la Befana & affini

di Francesca Rigotti

Che cosa si è messa in testa la Befana? Di essere una persona reale, in carne e ossa, con tanto di documenti attestanti la data e il luogo di nascita e magari anche di godere di un certificato di residenza (e diononvoglia anche di altri certificati…)?
O piuttosto, che cosa si sono messi in testa certi zelanti custodi dell’ordine pubblico che vorrebbero fornire alla Befana come ad altri spiriti portatori di doni (S. Lucia, S. Nicola, i Re Magi, Santa Klaus…) una domiciliazione?
Daranno a lei e agli altri anche un codice fiscale per scaricare i costi dei doni, oppure per imporre loro una tassazione fiscale?

Approvo l’iniziativa di non individuare per la Befana e per tutti i suoi colleghi e colleghe un luogo preciso di residenza, che parte paradossalmente da un paese sul fiume Lambro dove da secoli la Befana viene festeggiata, e che quindi sarebbe in qualche modo un luogo di elezione privilegiato.
E invece no: tutti gli spiriti che portan doni si muovono e devono continuare a muoversi liberi ma non in un non-luogo alla Augé (aeroporto, supermercato, distributore di benzina).
Si muovono nello spazio dell’immaginazione. Vivono nell’immaginazione di tutti, soprattutto dei bambini. Eh, i bambini. Ci si cura dei diritti di tutti meno che dei loro: trascuriamo i loro diritti malvagiamente, picchiandoli o sfruttandoli, ma anche bonariamente, imbavagliandoli e ostacolando la loro necessaria socializzazione.

Gli spiriti che portan doni si muovono sui cammelli e le scope e le slitte della fantasia, e in quel regno che-non-c’è dispiegano le loro attività e la loro virtù. Sono sans-papier. Fermarli in un luogo, imporre loro il certificato (!), regolarizzare la loro posizione è un progetto di razionalizzazione consono allo spirito della nostra società del controllo e della sorveglianza in nome della sicurezza ma che non ci piace e che rifiutiamo.
E allora: libertà di movimento e di spostamento della Befana, libertà di attraversare i cieli a cavallo della sua scopa senza documenti di residenza o di altro.
BEFANA LIBERA!

Dal 1987 l'arrivo della Befana sulle acque del fiume Lambro la vigilia dell'Epifania è diventata una teatralizzazione che si svolge nei pressi del ponte di Agliate.

Promosso dall’Associazione Commissione cultura alternativa (CCA) di Carate Brianza, dal Comitato per il diritto al mito-festa dei bambini e dalla gente della Valle del Lambro; in collaborazione con i comuni di Carate Brianza e di Verano Brianza.
Con il sostegno del Consorzio Comunità Brianza.
Con il patrocinio dei comuni di Albiate, Besana, Briosco, Macherio, Sovico, Triuggio e Veduggio con Colzano; della Commissione Europea, di Legambiente, del Parco Valle del Lambro, della Provincia di Monza e Brianza, della Regione Lombardia.
Con l'adesione di Emergency Gruppo Monza e Brianza.

Befana sul fiume Lambro
Mito-Festa nella Natura

Promosso da Associazione Commissione Cultura Alternativa (CCA) di Carate Brianza, dal Comitato per il diritto al Mito-Festa dei bambini e dalla gente della valle del Lambro.

postmaster@befanalambro.net


Responsabile:
Enrico Mason
e-mail: rosesco@tin.it
Tel e Fax: +39 362 906294
Cell: +39 339 5984689

www.befanalambro.net

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