Ho cercato il sogno e non
l’ho più trovato. Ho faticato tanto per realizzarlo, perché i
sogni a volte si realizzano, e lui non c’è più. A volte lo si
insegue per anni, ci si spellano le mani per costruirlo e poi basta
tanto così e svanisce.
Qualche giorno dopo
l’ennesima morte del Lambro sono andato, ho corso fino al vomito
ed il vomito è arrivato.
Nell’acqua del fiume
c’erano fino a settimana scorsa addirittura i pesci, gli animali
delle sponde avevano ricominciato a lavorare e finalmente il
Selvatico poteva aggirarsi senza grande paura tra le pietre e gli
alberi. Anche gli uomini scendevano di più al fiume, riprendevano
contatto, riconquistavano la sua fiducia. Non poteva durare
chiaramente. In tutte le fiabe il cattivo arriva, sempre. Conforta
però, sempre nelle fiabe, che il bene vince, sempre.
Nella fiaba del Lambro,
no. Qui vincono i cattivi e mentre vincono ridono e mentre ridono
contano i soldi, perché di soldi si tratta. Il fiume nei secoli ha
sempre dato ricchezza e aiuto ma faceva parte della vita stessa degli
uomini che erano consci della sua importanza. Poi è servito per lo
scarico dei solventi dei grandi mobilifici e per gli acidi delle
tintorie industriali e più a valle per canale di scarico delle
aziende farmaceutiche e, ironia della sorte, in pianura per scolo dei
pesticidi e l’irriguo delle coltivazioni(!!). Ora molti vogliono
che “lui” sia una faccenda da tenere lontana, relegata a cloaca
maxima, a fogna, a posto infrequentabile dove nascondere lo sterco
della società come la sporcizia sotto i tappeti. Guai a chi si
avvicina! Il fiume non deve essere più oggetto dell’immaginario,
del sogno, anzi sarebbe meglio (come dice Luca che mi scuserà per la
citazione) coprirlo con una bella colata di calcestruzzo e poi farci
un bel parcheggio ordinato e pulito con tutte le strisce ben segnate
e i parchimetri. E sotto la merda.
Il Lambro è buono e
anche questa volta, con questo sversamento, porterà ancora ricchezza
sottoforma di un fiume di finanziamenti con i provvedimenti per
l’emergenza (scavalcando quindi gare e regole normali per
l’assegnazione degli appalti) per la bonifica delle coscienze e
l’arricchimento delle tasche. E le terre? Sulle terre bonificate si
costruisce, no? Una ex raffineria in naturale decadenza e rovina
quasi inservibile, tutti questi metri di terreno vicino alle
tangenziali ed alla prossima autostrada pedemontana varranno bene un
po’ di petrolio nel fiume!! Poi mica è penale (precisamente dal 2
febbraio 2010).
Le eco mafie ridono e
mentre ridono contano i soldi.
I sogni ritornano nelle
menti e mentre ritornano piangono.
E noi a guardare la
televisione e dammi un grattaevinci.
Divide et impera.
A.S.