ONDANEiRA



In relazione al Lambro, la parola “ONDANEiRA” evoca in me il ricordo dello sversamento di questa primavera. Un evento funereo per tutti: per il fiume, per gli animali, per gli uomini, per la giustizia (eppure già dimenticato). Ma quella “i” minuscola, infilata in mezzo le conferisce una connotazione…quasi festosa!
Mi sembra davvero caparbio voler dare a tutti costi una pennellata di colore all’ondanera. Perché? Fatico a capire questo tratto di sentiero così importante per Mason.
Fatico perché non sono lui, ecco!
Se non afferrerò la sua istintiva delicata attenzione diritto al mito e alla festa e all’ancora più difficile combinazione “mito-festa” in relazione ai bambini, non potrò mai capire a fondo. Se non trasferirò il vissuto al laboratorio all’immaginario di un bambino, non c’entrerò mai veramente li dentro.
Questa è forse la chiave per aprire veramente il lucchetto di quel capannone così naturalmente importante per noi.
Il lavoro, le fantasie, i pensieri che lì dentro nascono e si evolvono, non devono centrare la nostra realizzazione. Noi siamo il mezzo, non il soggetto che invece è nascosto, in qualche modo perennemente in erba. Si, perché il soggetto sono le uniche menti veramente aperte di questo mondo e degli spettatori della Befana: le menti dei bambini. I bambini sono sempre nuovi, si inventano ogni volta e ogni volta rinascono. Sono loro la nostra meraviglia, sono loro l’investimento della nostra fantasia. Per questo le nostre costruzioni, al laboratorio e nella vita, non devono essere precise, “in squadra”, simmetricamente perfette. Devono lasciare uno spazio all’errore, all’immaginazione. I bambini non sono precisi quando giocano, cambiano le regole, inventano di nuovo il vecchio.
Per la prima volta, in questi anni di laboratorio, il concetto mi è così chiaro. L’ho sempre intuito, mai capito veramente.
Il mito-festa si mostra senza regole, a volte con l’aspetto dell’assurdo…ma solo per noi, ormai troppo spesso abili venditori di sogni premasticati ed in parte già digeriti.
Così l’ondanera può diventare un gioco, di danze e fuochi, spaventoso ed allegro, di morte e di vita.




A.S.